Sentore d’ origano di petraia. Di funghi. Di cortecce bagnate dalla pioggia. Capre di montagna, maiali tra le spine. Gerle d’olive nei palmenti.
Massare con le mani nella pasta, lo scirocco nelle vigne…
Cose che Giuseppe Carollo conosce per davvero. Per questo non ha potuto trattenerle.
Il Nangalarruni è dunque un dono per il viandante, il testimone di una terra, il convivio della gioia…
( Dagli appunti di viaggio dello scrittore Daniele G. Genova )